“Il tema delle città è molto caro a Maurizio Tangerini. Ma fra tutte, quella che lo coinvolge empaticamente è sicuramente Bologna. Anche se l’artista ne è un figlio adottivo in quanto proveniente da Cento, si può affermare che Bologna è la sua madre di elezione, alla quale continua a tributare la sua opera con appassionata dedizione. (Continua a leggere)

Le sue rappresentazioni colgono un angolo, un portico in momenti di vita:con persone reali che vivono la loro esistenza con gesti naturali, senza alcuna affettazione, ma in una quotidianità nella quale ognuno si può riconoscere. Basta un particolare, un lampione, un’insegna, un autobus per connotare immediatamente un luogo, dove il ricordo vibra di sentimento e la rappresentazione si rifrange sulla tela con colori e sfumature che l”artista sa rendere con una luce intrigante che sembra essere passata da un prisma di cristallo che tuttavia riesce a selezionare e mescolare colore e luce in un impasto sapiente che è la cifra colorista, per così dire, di Tangerini.

I colori si accendono, brillano, illividiscono in riflessi cangianti che tuttavia hanno riverberi di luce come raggi lunari.

Le scene urbane sono rappresentate nel loro divenire quotidiano con persone che calcano la scena come in un palcoscenico naturale. Delle periferie di Bologna egli fa un’operazione di arte e storia fuse nella sua pennellata poderosa sulla tela o sui supporti che predilige.

Tangerini dipinge con profonda passione e direi con l”umiltà che guida gli artisti più avveduti e valenti. Non ha atteggiamenti di autocompiacimento; non esprime giudizi moralistici sulla desolazione delle periferie, ma spande un abbraccio artistico consolatorio, perché non si può amputare Bologna dalle sue periferie. Ma proprio per questa presa di coscienza che si sostanzia nelle rappresentazioni della città e dei suoi sobborghi, ci giunge chiaro e forte un messaggio artistico intrinseco di amore filiale per Bologna, unito alla consapevolezza per l”alienante desolazione di pezzi di periferia.

Prof. Vittorio Baglieri (estratto)

Entrare nel Museo delle Città di Tangerini significa farsi graffiare dai suoi tratti decisi e talvolta feroci.

Può far male, ma alla fine è un bene.

Bibi Bellini

L’autore attraversa la città, dialoga con cose e persone nel racconto di materia, luce, ombra, trasparenza, intrisi dal tatto d’essenza.

Riccardo Melotti 28/11/19 (estratto)